L’ansia è una risposta di allerta rispetto a situazioni percepite come pericolose e/o stressanti.
Se guardiamo sia all’esperienza soggettiva di chi la prova, sia alle sue manifestazioni somatiche, appartiene all’ambito della paura. Si manifesta di fronte a:
- eventi reali: ad es. un esame, un importante incontro di lavoro, il ritardo di un figlio nel ritornare a casa
- eventi immaginati o anticipati mentalmente: ad es. pensare a ciò che potrebbe succedere in un viaggio ancora da fare
Fino a un certo livello di intensità è funzionale:
- serve a segnalare un pericolo e a fornire le energie necessarie per la reazione
- mette in moto specifiche risposte fisiologiche che spingono ad esplorare, identificare il pericolo ed affrontarlo nella maniera più adeguata.
- costituisce una fonte di energia e ci consente di impegnarci nei compiti che svolgiamo quotidianamente. Ad esempio studiamo per un esame spinti dall’ansia di raggiungere l’obiettivo che desideriamo.
Diventa disfunzionale quando il pensare agli scenari futuri e l’ipotizzare le conseguenze diventa un rimuginio costante che toglie tempo al resto. Non si riesce a liberarsene fino al punto di preoccuparsi per il fatto stesso di essere persone che rimuginano. In questi casi diventa sproporzionata o una preoccupazione poco realistica perdendo la funzione di elemento di crescita e maturazione.
Ignorare l’ansia, come se fosse una nemica, non permette di vedere quali sono le paure e i bisogni che hanno bisogno di una risposta.
E’ importante iniziare a distinguere l’ansia (generalizzata) dalla paura (specifica).
Di che cosa la persona ha paura?
Quando una persona è in ansia assomiglia ad un bambino solo, spaventato ed agitato è importante quindi ascoltare di che cosa ha bisogno questa parte impaurita e persa. Imparare a gestirla significa accedere alle nostre capacità « materne » di rassicurazione, vicinanza, fiducia e comprensione.
Ascoltare cos’ha da dire l’ansia significa distinguere le componenti irrealistiche da quelle realistiche/funzionali in modo da neutralizzare i pensieri negativi e focalizzarsi sulla gestione di eventuali elementi di pericolo presenti nel “qui ed ora”.
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