Cos’è l’ansia e come gestirla

L’ansia è una risposta di allerta rispetto a situazioni percepite come pericolose e/o stressanti.

Se guardiamo sia all’esperienza soggettiva di chi la prova, sia  alle sue manifestazioni somatiche, appartiene all’ambito della paura. Si manifesta di fronte a:

  • eventi reali: ad es. un esame, un importante incontro di lavoro, il ritardo di un figlio nel ritornare a casa
  •  eventi immaginati o anticipati mentalmente: ad es. pensare a ciò che potrebbe succedere in un viaggio ancora da fare

Fino a un certo livello di intensità è funzionale:

  • serve a segnalare un pericolo e a fornire le energie necessarie per la reazione
  • mette in moto specifiche risposte fisiologiche che spingono ad esplorare, identificare il pericolo ed affrontarlo nella maniera più adeguata.
  • costituisce una fonte di energia e ci consente di impegnarci nei compiti che svolgiamo quotidianamente. Ad esempio studiamo per un esame spinti dall’ansia di raggiungere l’obiettivo che desideriamo.

Ansia Psicoterapia Milano Cesano Maderno

Diventa disfunzionale quando il pensare agli scenari futuri e l’ipotizzare le conseguenze diventa un rimuginio costante che  toglie tempo al resto. Non si riesce a liberarsene fino al punto di preoccuparsi per il fatto stesso di essere persone che rimuginano. In questi casi diventa sproporzionata o una preoccupazione poco realistica perdendo la funzione di elemento di crescita e maturazione.

Ignorare l’ansia, come se fosse una nemica, non permette di vedere quali sono le paure e i bisogni che hanno bisogno di una risposta.

E’ importante iniziare a distinguere l’ansia (generalizzata) dalla paura (specifica).

Di che cosa la persona ha paura?

Quando una persona è in ansia assomiglia ad un bambino solo, spaventato ed agitato è importante quindi ascoltare di che cosa ha bisogno questa parte impaurita e persa. Imparare a gestirla significa accedere alle nostre capacità “materne” di rassicurazione, vicinanza, fiducia e comprensione. 

Ascoltare cos’ha da dire l’ansia significa distinguere le componenti irrealistiche da quelle realistiche/funzionali in modo da neutralizzare i pensieri negativi e focalizzarsi sulla gestione di eventuali elementi di pericolo presenti nel “qui ed ora”.

Per ulteriori approfondimenti leggi questa pagina

 

Perché e quando andare dallo Psicologo/Psicoterapeuta?

Perchè andare dallo psicoterapeuta? Sfatiamo alcuni luoghi comuni

Nella nostra quotidianità ogni giorno ci confrontiamo in modo più o meno consapevole con stereotipi sociali, pregiudizi, miti, errate convinzioni che inevitabilmente condizionano le nostre scelte e il nostro benessere.

Spesso durante il primo colloquio molte persone mi raccontano che hanno tentato fino all’ultimo di farcela da soli e che essere in uno Studio di Psicoterapia è un fallimento. Spesso chiedere aiuto viene vissuto come un atto di debolezza e fragilità. Personalmente credo che quando si vive un malessere ci vuole coraggio e amore per occuparsene quindi andare dallo Psicoterapeuta è un atto di responsabilità e di cura verso se stessi.

Quando abbiamo un problema di salute fisica è ovvio e automatico fissare un appuntamento con uno specialista. Eppure quando si tratta di un malessere psicologico molte persone tendono a nascondere le difficoltà per vergogna, per paura di essere giudicati. A volte si pensa che in fin dei conti non è così importante.

La domanda che voglio, dunque, rivolgere è: la salute psicologica ed emotiva non ha lo stesso valore di quella fisica?

Ci sono momenti in cui siamo bloccati nel nostro disagio e non riusciamo, malgrado le nostre risorse il supporto di amici e parenti, a superarlo. Altre volte siamo spiazzati dall’ennesima delusione sentimentali, familiare o lavorativa e ci chiediamo perché va a finire sempre così.

È in queste occasioni che è importante consultare un professionista che ci aiuti a comprendere le nostre difficoltà e a stare meglio.

Spesso andare dallo Psicologo/Psicoterapeuta significa prendersi cura di sé, ritagliandosi uno spazio dove essere accolti e ascoltati, dove non si viene giudicati e si impara a non giudicarsi.

Come si diventa Psicoterapeuta?

  1. laurea magistrale in Psicologia o laurea in Medicina e Chirurgia.

  2. esame di stato per l’abilitazione alla professione.

  3. iscrizione all’albo professionale di competenza.

  4. specializzazione in Psicoterapia attraverso un percorso pratico e formativo post laurea (durata minima 4 anni), durante il quale si svolge un percorso di psicoterapia sia per sperimentare in prima persona l’applicazione della psicoterapia sia per favorire un percorso di consapevolezza e benessere prima di cominciare a seguire dei pazienti.

Qual è la differenza tra uno psicologo, uno psicoterapeuta e uno psichiatra?

psicologo psicoterapeuta psichiatre le differenze - emanuela bellone psicoterapeuta milano -

  • Lo psicologo è un laureato in Psicologia che offre consulenze psicologiche e/o svolge attività di diagnosi tramite la somministrazione di test. Non può svolgere psicoterapia perchè non è abilitato per questo tipo di intervento.
  • Lo psicoterapeuta è uno Psicologo che decide di continuare il percorso di studi per ampliare le sue competenze professionali frequentando per 4 anni una scuola di Psicoterapia. Durante la specializzazione in Psicoterapia si acquisiscono  gli strumenti e le tecniche per intervenire sul problema e per svolgere attività di cura, differenti per ogni approccio di psicoterapia.

Ci sono diversi corsi di specializzazione per diventare psicoterapeuta, ciascuno dei quali segue un determinato modello teorico e pratico. Nel corso della mia esperienza personale e professionale io ho scelto di specializzarmi studiando in due diverse scuole:

  1. Siab (Società di Analisi Bioenergetica) –  Specializzazione in Psicoterapia Analitico Transazionale
  2. Centro Berne – Specializzazione in Analisi Bioenergetica

Tuttavia ci sono tante altre scuole e approcci come ad esempio quello Psicoanalitico, Cognitivo, Comportamentale, Sistemico Relazionale, Rogersiano etc.

  • Lo psichiatra, è un laureato in medicina con specializzazione in psichiatria e tratta i disturbi psichici attraverso l’utilizzo di farmaci. Lo Psichiatra cura il disagio psichico andando a riequilibrare gli scompensi chimici che possono presentarsi nel cervello di una persona sofferente. Ad esempio gli studi dimostrano che, nel caso della depressione, l’attività di un neurotrasmettitore chiamato serotonina è meno intensa. Quindi lo Psichiatra prescriverà la somministrazione di un farmaco che agisce sui livelli di serotonina. Ciò permette di alleviare i sintomi, la persona starà meglio grazie all’utilizzo degli psicofarmaci.

Lo Psicoterapeuta è cosciente degli squilibri chimici ma preferisce correggerli con un’altra strategia: vuole riattivare le risorse, la capacità di scelta, le emozioni in modo che stia meglio e che ciò abbia un impatto positivo sull’equilibrio chimico del proprio cervello. Talvolta le due professioni collaborano nel perseguire la salute di un dato paziente. In questi casi il disturbo viene affrontato in modo parallelo sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista psichiatrico.