La libertà di essere se stessi – Chi ci permettiamo o non permettiamo di essere?
Vi è già capitato di essere attratti da alcune persone e meno da altre?
Forse avete provato anche fastidio per qualcuno pensando “quanto non mi piace quel suo modo di fare!”.
Per scoprire quanto sia possibile essere se stessi e accettare gli altri, cosi come sono, vi invito a chiedervi:
• cosa non vi piace di questa persona?
• quali aspetti più vi infastidiscono: il modo in cui parla, il tono di voce, come si veste, il lavoro o la vita che fa?
• questa persona vi assomiglia in qualcosa? il suo comportamento vi ricorda un vostro difetto?
• Il modo di fare di questa persona come verrebbe considerato dall’ambiente in cui siete cresciuti?
Fin dalla nascita ci confrontiamo con un mondo esterno che inevitabilmente ci influenza. Alcune nostre azioni vengono gratificate apprezzate e altre punite o criticate.
Automaticamente iniziamo a mostrare più spesso alcuni aspetti di noi stessi e meno altri perchè poco accettati dall’ambiente esterno. Tutto ciò influenza lo sviluppo della nostra identità.
Pensiamo ad un bambino. E’ ovvio che pur di sentirsi amato o importante per i suoi genitori troverà un modo per fare il bravo e adattarsi alle richieste dei più grandi.
L’essere umano non può vivere e crescere nell’assenza dell’altro. Pur di ricevere approvazione le persone nascondono alcune parti di se che finiscono per essere relegate nel cassetto degli orrori e rimosse nell’inconscio.
Secondo voi cosa può succedere quando notiamo una di queste caratteristiche nel modo di fare di un’altra persona?
Sentiremo la puzza tipica di quei cassetti che rimangono chiusi per anni e proveremo incredulità, repulsione o disgusto. Comè possibile che qualcuno indossa, con tanta naturalezza e magari orgoglio, tutto ciò che abbiamo decisio di nascondere nel cassetto?
Alcune famiglie ad esempio non vedono di buon occhio parlare a voce alta. Privilegiano un comportamento composto e controllato. Benchè possa essere frustrante un bambino con il tempo impara (deve imparare) a misurare le parole, i movimenti e le emozioni fino a diventare un adulto controllato e con un tono di voce pacato. A poco a poco inizierà anche a stupirsi e chiedersi come tante persone possano essere istintive e chiassose. E’ un adulto che si è dimenticato cosa significa essere un bambino spontaneo e fragoroso. Per tenere lontani da se questi aspetti, non apprezzati dalla famiglia, ha iniziato a giudicarli negativamente. Ha dimenticato anche la sensazione piacevole che si può provare quando si da spazio alla voce e alla spontaneità (anche perché ricordarlo, in un contesto in cui non è permesso, sarebbe stato troppo doloroso ). E’ per questo che di fronte alle persone spontanee o esuberanti proverà irritazione. Proverà per loro quello che ha ricevuto dai genitori o dal suo ambiente di riferimento: fastidio, disapprovazione o punizioni.
Ecco perché vi invito ad avvicinarvi ad una persona che per qualche motivo vi sta antipatica.
Forse porta con se proprio qualche aspetto, ad esempio poter essere chiassosi e spontanei, che avete perso per strada. Oppure il comportamento altrui vi ricorda un vostro difetto che proprio non sopportate e che potete iniziare a guardare con un pò più di comprensione e benevolenza.